LONTANO LONTANO

————————————————-

Storia di un cantastorie – Daniele Mutino, una fisarmonica itinerante – di Maria Lanciotti

Associazione Culturale L’Osservatorio
Comune di Rocca di Papa
Giovedì 21 gennaio 2016 – ore 17.00
Presso l’aula consiliare di Rocca di Papa

Daniele Mutino, Cantastorie per Tempi Moderni
racconto-intervista a cura di Maria Lanciotti
Edizioni Controluce 2014

interventi musicali del Maestro Daniele Mutino
sarà presente l’Autrice

Daniele Mutino, musicista, compositore e cantastorie, ci consegna non solo la sua storia, ma un pezzo di Storia rimasta troppo nell’ombra. Il libro-documento redatto da Maria Lanciotti, giornalista e scrittrice, primo nel suo genere, segna l’inizio di una scoperta – o riscoperta – non solo del mondo del cantastorie ma anche di tanti aspetti nel nostro recente passato e della nostra attuale società, dilaniata da contraddizioni e conflitti di portata mondiale ma anche sorretta da un fede nel futuro che solo l’arte riesce a esprimere e trasmettere.

“Raccontare la drammaticità del nostro tempo attraverso il sogno della musica e del sorriso” la missione di Daniele Mutino, Cantastorie per Tempi Moderni.

Aula consiliare Municipio di Rocca di Papa, Corso Costituente
Info: 06 9499164

“L’chaim alla Vita”

“L’chaim alla Vita”


Compagnia Tripolini

Sidney Journo e Francesco Passalacqua
regia di Jean Ménigault Dit Méningue Méningue
tecnico luci e audio Angelo Pasquarelli
musiche alla viola, registrate da Chiara Ludovisi

 

 

Sabato 16 gennaio 2016 ore 18:00
Antico Casale di Colle Ionci
Via Acqua Lucia 27 – Velletri
Ingresso Libero … Uscita ad Offerta Libera e Consapevole…

Nella prima metà degli anni ’40, periodo dello sterminio nazista di massa, milioni di esseri umani sono stati deportati nei campi di concentramento nazisti. Sono parte del popolo Ebraico, Rom, Partigiani, Malati gravi , Handicappati, Oppositori Antinazisti e Omosessuali.

Il grande conflitto bellico e il genocidio sono da poco terminati quando due bambini ebrei del ghetto di Varsavia, sopravvissuti ai campi di concentramento, giocano in una soffitta piena dei ricordi dei loro genitori uccisi. Da qui i due bambini sviluppano il ricordo dei loro genitori, ripercorrendo le tappe della loro vita sino agli ultimi tristi giorni della loro scomparsa. Lo fanno indossando le vesti del clown.

Il clown come essere paradossale, folle, che esprima con la propria maschera e il proprio corpo la follia umana che si è manifestata in questa immensa tragedia. Nelle emozioni pure, viscerali e istintive di un essere DiS”umano”: dolore, paura, rabbia, gioia, allegria, malinconia e tristezza.
Perché la musica Klezmer? Il repertorio della musica Klezmer dall’inizio del 900 esprime le melodie della vita delle piccole comunità agricole che nell’Europa dell’est accompagnava la vita nella comunità, matrimoni, funerali, festa nascita di un figlio …un repertorio straordinario che da il senso della vita e di comunità.
La fonte di ispirazione è stata l’opera di Viktor E. Franlkl nel suo insieme in particolare i libri “uno psicologo nei lager” “come ridare senso alla vita”