Un Weekend per Sgambati

Con questa manifestazione che propone un “dittico” di concerti, uno sul suo pianoforte e l’altro nella dimora preferita del suo maestro più famoso Franz Liszt (ma sempre su un pianoforte come il suo), si intende riaccendere l’attenzione del pubblico – e anche degli artisti – sul personaggio Giovanni Sgambati e sulle sue composizioni. Un musicista che all’epoca fu molto noto e apprezzato, sia come interprete che come autore, ma che già a distanza di quattro o cinque decenni dalla sua morte era uscito dai repertori e quasi dimenticato, come spesso del resto accade per chi in vita è stato molto famoso. Un’osservazione apparentemente banale ma significativa la si può fare sulle targhe alle due estremità della via a lui intitolata a Roma, vicino Villa Borghese: dalla parte della Villa la targa è quella originaria, affissa su un vecchio villino forse poco dopo la sua morte, e riporta semplicemente “Via Giovanni Sgambati”; all’altra estremità la targa è sul muro di un palazzo chiaramente di 30 o 40 anni dopo ed anche dalla leggera differenza dei caratteri si capisce che è stata rifatta, ma ora porta in più la scritta esplicativa “musicista romano”: ormai bisognava spiegare chi era! Perciò abbiamo provocatoriamente voluto mettere questa qualifica sotto il suo nome.
L’importanza storica di Sgambati, nel risveglio della musica strumentale in Italia dopo un secolo di assoluto predominio dell’opera lirica, è indubbia e riconosciuta, ma è argomento da studiosi della musicologia: al pubblico che segue i concerti va invece proposta la sua musica, nella profonda convinzione che in essa si possano fare piacevoli scoperte.

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