I Lieder di Mahler

I Lieder di Richard Strauss e Gustav Mahler

I Lieder di Mahler sono tra le opere favorite degli appassionati di musica, anche di molti che hanno poca dimestichezza con la forma e la storia del lied tedesco. Ciò avviene principalmente perché questa produzione cosi eccentrica nelle forme e nella scelta dei testi è assurta a simbolo di se stessa, e come tale viene venerata (e, in alcuni casi, anche biasimata). Le immagini così forti che essi evocano; i timbri così appariscenti; i contrasti tra caos militare-popolareggiante dei canti del Wunderhorn e il rarefatto estetismo dei Lieder di Rückert o l’orientalismo quasi iperrealista del Canto della Terra; le pagine di diario amoroso, delusione e confessione, dai Lieder eines fahrenden Gesellen a Liebst dum un Schönheit; l’esorcizzare e chiamare la morte, amara e spietata, ma infine accettata, nella crudeltà del mondo e nella sua bellezza, dai Kindertotenlieder all’Abschied. Tutto questo, e molto altro, compreso il grande colpo di spugna che Mahler opera rispetto alla tradizione dì poesia per musica fino a quel momento dominante nel repertorio liederistico (vedi Wolf) fa sì che molto di rado i Lieder siano giudicati per quello che sono — appunto, canzoni per voce e pianoforte o voce e orchestra — ma per quello che rappresentano nel variopinto mondo delle emozioni. Si idolatra la musica, certo, ma in particolare è il testo dei Lieder, o meglio ancora il suo contenuto in termini di immagini verbali e sentimenti  primari (e dunque il suo pre-testo musicale), a costituire il senso di questa grande fascinazione. Salvo rari casi (Adorno, Mitchell, Kennedy), anche la musicologia ha contribuito a questa disgiunzione dell’opera dalla propria fisicità a un perenne stato dì idealismo metafisico, dove soldati, disertori, ombre cinesi e bambini morti  o moribondi si aggirano,  a prescindere dalla musica in quanto tale, come in un trionfo di incisioni rinascimentali, spesso mediate, nei giorni nostri, dalla facilità di reperire e scaricare splendide incisioni discografiche a costo zero (e per questo livellate con registrazioni dal valore nullo), con tanto di like a rischio zero e competenza sotto zero come risultato ultimo.
In questo senso, i Lieder di Mahler non sono del tutto soli come invece molti dei personaggi che li popolano. Essi condividono questo destino di banalizzato simbolo permanente della condizione umana con altre opere del repertorio liederistico: Winterreise di Schubert, i Vier letzte Lieder di Strauss. Opere che vengono appunto riverite più in termini spirituali che estetici, più leader che Lieder nel percorso accidentato della comprensione e fruizione artistica. Naturalmente, v’è un motivo per questo approccio. La profondità delle emozioni che il testo propone e che la musica accoglie va oltre persino la maestria della realizzazione musicale stessa.
O meglio, il compositore sembra incarnare una sorta di medium tra quelle profondità e l’empatia che esse suscitano nell’ascoltatore, la loro capacità di vivere o rivivere quelle emozioni ancestrali di cui il testo dà conto e la musica esalta, o di anelare ad esse. Miti come quello di Kathleen Ferrier che non poteva finire di cantare l’Abschied del Canto della Terra senza scoppiare a piangere (cfr. Bruno Walter), video quasi medianici come quelli di uno ieratico Glen Gould che dirige  Ulricht con Mauree Forrester o, più rilassato, canta la Predica di Sant’Antonio agli elefanti dello zoo di Toronto, colonne sonore di film (il Canto di mezzanotte della Terza in Morte a Venezia di Visconti – non c’è solo l’Adagietto!): tutto questo non fa che rafforzare la loro poteza simbolica ma indebolisce nel contempo l’autonomia musico-verbale dei Lieder, che è poi l’unica cosa che conta nel mondo della musica, che è l’analogon di quello che delle emozioni ma ha pur sempre una sua unicità semantica, a differenza della Babele periferica del mondo della musicologia.

Erik Battaglia
I Lieder di Gustav Mahler (Premessa)
Analogon Edizioni

 

 

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I Lieder di Richard Strauss e Gustav Mahler

Domenica 12 febbraio 2023 ore 11:15
I Lieder di Richard Strauss e Gustav Mahler
Gianandrea Navacchia  baritono
Marco Santià   pianoforte

Casa delle Culture e della Musica
Auditorium “Romina Trenta”
Piazza Trento e Trieste
Velletri
Ingresso ad offerta libera
Prenotazione
tel. 3711508883
colleionci@gmail.com
.
Associazione Culturale Colle Ionci
A.M.K.J.
FondArc

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