I Lieder di Strauss

I Lieder di Richard Strauss e Gustav Mahler

Un Lied, scritto a sei anni, è la seconda opera di Strauss; un Lied, scritto a ottantaquattro anni, è la sua ultima opera compiuta. Nel mezzo, circa 200 Lieder parlano di un amore intenso e duraturo per questa forma d’arte, sia pure senza quella componente ossessivo-compulsiva che caratterizia la produzione di almeno tre dei suoi quattro grandi predecessori con i loro anni mirabili (Schubert, 1815; Schumann, 1840; Wolf, 1888) e la loro spasmodica ricerca di anime poetiche gemelle. Vale, a questo proposito, ciò che Stefan Zweig scrisse sull’attitudine generale di Strauss verso la propria arte: “nulla di demoniaco in lui, non conosce il raptus dell’artista, non le depressioni e le disperazioni”.

Quella somma totale (che comprende anche i Lieder giovanili, orchestrali e postumi) costituisce un corpus cospicuo sebbene  numericamente non  impressionante, vista la lunga vita creativa di Strauss. A prescindere dal recordman Schubert (600 Lieder in circa quindici anni), tutti grandi Maestri del Lied hanno composto molto di più (in questo preciso ambito) in un tempo molto più ridotto. La distribuzione dei Lieder nel tempo creativo ricorda più da vicino solo quella osservabile in Brahms: fino all’op. 56 (composta a quarantadue anni) la media di Lieder composti è infatti più o meno paragonabile a quella di Brahms fino all’op. 59 (composta a quaranta). Poi, per così dire, le loro strade si dividono, perché mentre a partire da quell’età Brahms entra nel suo mondo liederistico di “Memorie e Nostalgia” o “Rassegnazione e Serenità” (per dirla con Sams), Strauss entra nel jet-set dei grandi circuiti sinfonici e nel mondo di apparenza ed estroversione del teatro in musica, dove la riflessione liederistica non trova spazio né tempo. Il ritorno al Lied nel 1918 (numericamente l’anno più produttivo), la lunga coda di Lieder sparsi e gli ultimi grandi Lieder orchestrali permettono soprattutto a Strauss di chiudere il cerchio delle stagioni della vita viste attraverso la creazione liederistica “in tempo reale” e non solo grazie all’immaginazione creativa: sino a quel momento, i compositori avevano vissuto solo primavera (Schubert), estate (Schumann, Wolf) e autunno (Brahms), come l’Anacreonte della poesia di Goethe. Vero è anche che la collina che protegge dall’inverno quel “poeta felice” è assai più pietosa del cumulo di macerie reali e culturali che incombe sull’umiliante inverno del vecchio Strauss, con la sua imbarazzante (ma feconda) sopravvivenza a partire dal 1933. Non solo, a quel punto, il solipsismo del genio con la sua indifferenza politica si dimostrò inadeguato e tragicamente ingenuo (anche in termini strettamente personali) nel mostruoso contesto della società nazista; anche da un punto di vista musicale strauss fu, causa della sua lunga vita, il primo compositore di Lieder a dover gestire da “grande vecchio” il confronto con una modernità radicale (laddove Brahms e Wolf erano due facce della modernità rispetto ad  i manieristi che dilagavano nella loro epoca), che peraltro si esurisce molto prima della sua stessa morte (Schönberg aveva scritto i suoi ultimi lieder proprio nel 1933, prima di lasciare la Germania; Berg e Webern ancor prima). D’altra parte, il relativo diradarsi della produzione  liederistica dopo il 1905 fa sì che il Lied straussiano non segua del tutto il presunto schema sperimentalismo→reazione osservato e spesso biasimato nell’evoluzione operistica, con la virata (forse solo apparente) verso il porto sicuro di Der  Rosenkavalier dopo la rischiosa navigazione nelle acque dell’avanguardia di Salome ed Elektra (un’equazione che già Thomas Mann aveva messo in dubbio, sia pure in termini negativi). Anche a dar credito a questi luoghi comuni, lo stile liederistico sembra toccare il punto di massima evoluzione reale agli inizi del secolo (le complessità provocatorie dei Lieder del ’18  sono solo più concentrate ed esasperate), ma il tratto di moderata modernità non viene mai rinnegato e continua come sempre a convivere con una forte componente di tradizionalismo e con la concezione borghese del Lied come forma di alto intrattenimento per cantanti e pubblico.

Una definizione generale del Lied straussiano è assai ardua, viste le premesse e considerando il lungo periodo di riferimento: 1871-1948 (ovvero dalla nascita del primo Reich tedesco alla divisione post-bellica del terzo Reich in due Germanie). […] Ciò significa che i primi Lieder pubblicati sono precedenti alla Serenata di Brahms e a Otello di Verdi e che gli ultimi Lieder sono successivi alla Seconda Sonata di Pierre Boulez, il che rende chiaramente impossibile creare una “stringa critica” che si adatti all’intero lasso di tempo coinvolto.
Erik Battaglia
I Lieder di Richard Strauss (pp. 1,2)
Analogon Edizioni

 

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I Lieder di Richard Strauss e Gustav Mahler

Domenica 12 febbraio 2023 ore 11:15
I Lieder di Richard Strauss e Gustav Mahler
Gianandrea Navacchia  baritono
Marco Santià   pianoforte

Casa delle Culture e della Musica
Auditorium “Romina Trenta”
Piazza Trento e Trieste
Velletri
Ingresso ad offerta libera
Prenotazione
tel. 3711508883
colleionci@gmail.com
.
Associazione Culturale Colle Ionci
A.M.K.J.
FondArc

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